Wednesday, July 8, 2015

Media


Media potrebbe sembrare anche una ragazza normale: figlia di buona famiglia, ottima studentessa, un’amica amata, una ragazza educata e riservata. Mai una pecca, mai un difetto.
Media, invece, dentro di se, serva un odio infinito per la gente alla quale vuole più bene. Media è convinta che tanto prima o poi tutti la lasceranno da sola. Ma lei non l’ho fa apposta, per lei funziona così.
Media non dimentica mai niente di quello che è successo, di quello che le è stato detto o fatto.
Media è dotata di un’ intelligenza superiore e ha una psicologia contorta quanto affascinante.
Media pianifica ogni giorno le sue vendette personali, che la ripagheranno dal male inflitto su di lei da “quelli che dicono di volerle bene”. Queste vendette non arrivano mai ad uno sviluppo materiale evidente, dato l’animo codardo di Media. Lei si accontenta perfidamente di trascinare la mente del suo bersaglio verso il mondo del senso di colpa, una volta raggiunto il suo obiettivo spingerli verso stadi emozionali simili alla pazzia.
Media fatica a capire perchè la gente cerca di soddisfare ogni sua richiesta e tenta di evitare ogni possibile sofferenza. Dicono di farlo perchè le vogliono bene, ma Media non ci crede.
Questa mattina, Media, si svegliata all’alba molto pensierosa. Chi la conosce potrebbe argomentare che è normale e abituale in lei. Ma questa mattina no. Questa mattina è diversa. Questa mattina Media attuerà la più grande delle sue vendette, pianificata con accurata precisione.
Media conosce bene il bersaglio. Conosce bene le sue abitudini. Ha studiato ogni suo minimo movimento. Sarà facile. Molto facile.
Media nutre un odio profondo verso il soggetto. Il suo peggior nemico. Responsabile di anni di sofferenza. Ha già tentato di soddisfare la sua sete di vendetta svariate volte, ma non ha mai avuto il coraggio di arrivare fino alla fine. Ma questa mattina è diverso.
Media scende dal letto. Si lava .Pettina i suoi lunghi capelli. E’ più bella che mai. L’immagine sullo specchio è perfetta: la pelle candida, il viso del tutto ovale, dolci lineamenti, le spalle larghe al punto giusto, il seno proporzionato, il ventre piatto, i fianchi stretti, le gambe infinite. Mette il suo abito più bello, quello comprato apposta per l’occasione.
Media scende con fretta, ma con la solita e innata eleganza uno ad uno gli scalini e arriva in cucina. Prende un flacone dalla borsa e si appronta ad iniziare la colazione, pensata appositamente per l’inizio di una giornata trionfale. La sua giornata.
Apre con cura il flacone e prende una pastiglia. E poi un’altra. E un’altra ancora.
Sfoglia distrattamente il giornale. Media sente la testa leggera e gli occhi pesanti. I suoi meravigliosi occhi. Sente gli arti intorpiditi. prende un’altra pastiglia. I colori sono via via più opachi. Tanti ricordi. E la sua vendetta. Oh si, sarà fantastica. Indimenticabile. Proprio come lei.
Media si sente leggera come la brezza del mare poco dopo l’alba.
Il suo respiro diventa quasi impercettibile. Il suo cuore si ferma.
Media ha vinto la partita.
La sua vendetta sarà ricordata da tutti. Indimenticabile. Proprio come lei.

Tuesday, February 22, 2011

La vita è una moneta


Quando siamo nati la nostra fonte di felicità era il latte, abbondanti ore di sonno e avere tutte le attenzioni richieste quando e dove vogliamo.                                       
Quando eravamo bambini la nostra felicità era colmata da , quelle che ora potrebbero essere concepite come, piccolezze: la bambola che tanto invidiavamo alla bambina della pubblicità, la macchinina telecomandata che avevamo chiesto per Natale.
Secondo Easterling nel suo studio del 2003 “Explaining happiness” , dal punto di vista psicologico, ognuno di noi ha un setpoint (si, proprio come per il tennis) di felicita dato dal nostro patrimonio genetico e dai tratti della propria personalità. Questo setpoint può essere influenzato da eventi che catapultano l’individuo sia sotto sia sopra questa linea.
Analizzando la piramide dei bisogni di Maslow (parte dai bisogni basici per arrivare al bisogno di appartenenza) sono arrivata ad una conclusione un po’ contorta: nonostante quando siamo ancora in tenera età la nostra felicità coincide con la soddisfazione dei bisogni allocati alla base della piramide, più si va avanti nella vita più i nostri bisogni di socializzazione, riconoscimento, senso di appartenenza diventano bisogni basici.
Il crescere annulla la facilità alla felicità. In questo esatto momento della mia vita saziare la fame, dormire quando ho sonno, avere tutte le cose che voglio non mi avvicinano alla felicità…purtroppo.
Sarei felice se sapesse che strada prendere nella mia vita, se andarmene o rimanere, se questa situazione cambiasse e potesse avere un futuro…alcune cose hanno una soluzione, anche se si fa aspettare e, in quel caso, il mio problema è la mancanza di pazienza, altre non cambieranno mai e l’unica via di uscita è l’accettazione…
Perchè la felicità diventa sempre più un articolo di lusso?



… we’ ve only got each other to blame….”

Sunday, January 30, 2011

Essere me senza di te (bozza)

Sono stanchi. Stanchi di questa situazione ma sanno che non riescono a farne a meno. Si conoscono bene, ma hanno le paure di due persone che si sono appena conosciute. Non si sopportano, si odiano. Si cercano, si amano. Hanno bisogno uno dell’altra, ma sono troppo orgogliosi e pieni della propria vita per ammetterlo.

Sono diventati una routine, sono il cavo a terra l’uno dell’altra. Un punto fisso nel testo delle loro vite. Mai un punto di riferimento, solo una presenza fissa alla quale attingono ogni volta che hanno bisogno di conforto.

 

 

 

I'm on the outside of love
Always under or above
Must be a different view
To be a me with a you

Friday, December 10, 2010

Inconscio a tradimento

Lo prendo per mano e lo conduco in una specie di cucina dove non sono mai stata ma che non mi è del tutto sconosciuta. E' molto alto e piange disperatamente. Ad un certo punto mi fermo davanti a lui e lo guardo in faccia, dice di chiamarsi G. Dice di chiamarsi G però la faccia è la mia. G dice di essere la parte più sensibile di me e di sentirsi soffocat e allo stesso tempo calpestato da me.
Assimilata la rivelazione, mi giro su me stessa e attraverso una vetrata di quella cucina di quella casa che non avevo mai visto nè conosciuto riconosco la mia faccia, questa volta, anche se con i capelli corti sono proprio io e non ci sono tratti maschili. G afferma che quella ragazza è
la parte più critica e sarcastica di me. Mi giro nuovamente e la fisso dettagliatamente con una leggera sensazione di morbositá. Anche lei mi fissa, alza un sopracciglio che incornicia uno sguardo scurissimo ma glaciale, poi "sbozza" un sorriso. Quello sguardo e quel sorriso mi hanno spaventata al punto di essermi svegliata in un bagno di sudore freddo. Mi sono svegliata di colpo, spaventata a morte da me stessa.

Wednesday, December 8, 2010

I giorni dell'abbandono

Sono mesi che dico che voglio una vita vera, anzi, bramo e scalpito per una vita nuova e vera.   Ma cos'é una vita vera?
Una persona che ho conosciuto durante un viaggio e con cui ho avuto un' interessante conversazione la pensa in questo modo:  



 "I think that every person should get a backpack and jump on a plane to anywhere. I've learnt more about myself in the past 5 months than I did in the previous 20 yrs. Words cannot describe the ups n downs and downs" (O.A)
   Nonostante io mi trovi parecchio d'accordo con O. A, non posso rubare la sua idea di vita vera, dovró per forza torvare la mia propria strada.
   In questi 3 mesi ho capito di aver perso tanto tempo oppure di averlo gestito non sempre nel miglior dei modi.
   Il fatto é che la domanda cos'é una vita vera continua a rimbalzare nella mia testa e anche non sapeno cos'é esattamente il desiderio di averla é cosí forte da consumare le ore della mia giornata fra un sospiro e un mucchio di sogni ad occhi aperti.
   Decidermi ad avere una vita vera implica una lista infinita di cambiamenti nella mia attuale vita: decidere chi rimane e chi no, cosa fare e cosa no, correre certi rischi oppure no, tenendo conto che non ho piú 18 anni e che ho diverse responsabilitá sulle spalle. La cosa piú difficile é decidere chi sta dentro il cerchio e chi ci rimane fuori. Purtroppo, sono proprio certe persone e certi rapporti incancreniti che ci ancorano a vecchie abitudini di una vita che non vogliamo piú.   
   Il primo passo l'ho giá fatto: tu, tu, tu e anche tu FUORI! adesso mi rimane decidermi a crescere e prendere sul serio me stessa e capire cosa voglio veramente...penso che questa parte sará paragonabile a un cammino di montagna tortuoso, lungo e pieno di neve...
  Questi  mesi fuori mi hanno fatto vedere la mia vita e tutto ció che essa comprende in prospettiva e quella prospettiva non mi ha entusiasmato piú di tanto.
  Lasciarsi alle spalle i momenti che ci legano al passato, accantonarli come ricordi, andare avanti, pensare e ragionare prima di fare il prossimo passo, avere una prospettiva di futuro, fare una scelta accurata di chi ci circonda, essere responsabile delle proprie azioni, lasicare l'adolescenza agli adolescenti e i primi anni di universitá alle matricole...cioé decidersi a crescere é il primo passo per avere una vita vera e ed é purtroppo la decisione piú difficile da prendere.















..sometimes I can't sleep at night
my body's tired and my spirit's high
you fall asleep in a pitch black sky
to get a break from your troubled life
Do you hear me?
Do you know what I mean
?

Thursday, November 18, 2010

Cybercronica Paradisiaca

Mi hanno detto che Dio, dopo aver visto che il suo profilo personale su Facebook non era fra i più visitati e i suoi gruppi fra i meno considerati, stia pianificando un nuovo Diluvio Universale, in versione magnum, ma prima deve meditare su che frase sarebbe quella più appropriata da scrivere sullo status su Facebook. Sulla porta dell’ufficio ha appeso il cartello “Do not disturb”, ma le cattive lingue dicono che fuoriesca la musichetta di Guerra di Bande.
In tanto, nell’altra punta del Paradiso, Cristo si è messo una mano nei capelli e l’altra nella barba e ha deciso di cancellarsi da Facebook argomentando che non c’è più privacy: tutti possono sapere vita, morte e miracoli suoi. Come se questo non bastasse ci sono una marea di impostori. Ha manifestato la sua volontà di blindarsi e far diventare  suo profilo completamente privato.
L'ultimo gossip su San Pietro è molto triste e giù di corda perchè ha perso la chiavetta USb dove aveva tutte le foto delle vacanze che doveva postare su Facebook per poi taggare tutti i suoi amici. Tutti sospettano di San Dismas, il santo protettori dei Ladri, che si era molto arrabbiato perchè nessuno era venuto al party organizzato da lui e da San Martino, protettore dei cornuti, anche se tutti avevano confermato la loro presenza all'evento quando l’avevano postato su Facebook. Ci sono rimasti così male che hanno staggato tutti dalle foto e bloccato vari “ex” amici. Per ora l'unica attivita' sul loro profilo e' "Parla con... L'emo depresso"
In tanto, San Valentino continua a lasciare post ovunque nella speranza di trovare qualcuno, infatti ha aggiunto l’applicazione Flirt ‘ Fun, ma con scarsi risultati. E' giunta voce a tutti che stia considerando l'idea di partire all'estero per dimenticare il passato, a confermare le voci e' il fatto che continua a parlare in inglese con il suo amico Cupido, da un paio di settimane a questa parte divenuto "Stupid Cupid" mentre canta in continuazione tutto il repertorio di Paolo Nuttini, fra le sue  preferite "Rewind" e "Last request". Povero Vale, imperterrito continua a controllare tutte le mattine se la sua ex ha cambiato lo status da Single a Impegnata/Fidanzata. Lui, per rispetto a ciò che di buono c’è stato conserva “in una relazione complicata”.