Friday, December 10, 2010

Inconscio a tradimento

Lo prendo per mano e lo conduco in una specie di cucina dove non sono mai stata ma che non mi è del tutto sconosciuta. E' molto alto e piange disperatamente. Ad un certo punto mi fermo davanti a lui e lo guardo in faccia, dice di chiamarsi G. Dice di chiamarsi G però la faccia è la mia. G dice di essere la parte più sensibile di me e di sentirsi soffocat e allo stesso tempo calpestato da me.
Assimilata la rivelazione, mi giro su me stessa e attraverso una vetrata di quella cucina di quella casa che non avevo mai visto nè conosciuto riconosco la mia faccia, questa volta, anche se con i capelli corti sono proprio io e non ci sono tratti maschili. G afferma che quella ragazza è
la parte più critica e sarcastica di me. Mi giro nuovamente e la fisso dettagliatamente con una leggera sensazione di morbositá. Anche lei mi fissa, alza un sopracciglio che incornicia uno sguardo scurissimo ma glaciale, poi "sbozza" un sorriso. Quello sguardo e quel sorriso mi hanno spaventata al punto di essermi svegliata in un bagno di sudore freddo. Mi sono svegliata di colpo, spaventata a morte da me stessa.

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