Tuesday, February 22, 2011

La vita è una moneta


Quando siamo nati la nostra fonte di felicità era il latte, abbondanti ore di sonno e avere tutte le attenzioni richieste quando e dove vogliamo.                                       
Quando eravamo bambini la nostra felicità era colmata da , quelle che ora potrebbero essere concepite come, piccolezze: la bambola che tanto invidiavamo alla bambina della pubblicità, la macchinina telecomandata che avevamo chiesto per Natale.
Secondo Easterling nel suo studio del 2003 “Explaining happiness” , dal punto di vista psicologico, ognuno di noi ha un setpoint (si, proprio come per il tennis) di felicita dato dal nostro patrimonio genetico e dai tratti della propria personalità. Questo setpoint può essere influenzato da eventi che catapultano l’individuo sia sotto sia sopra questa linea.
Analizzando la piramide dei bisogni di Maslow (parte dai bisogni basici per arrivare al bisogno di appartenenza) sono arrivata ad una conclusione un po’ contorta: nonostante quando siamo ancora in tenera età la nostra felicità coincide con la soddisfazione dei bisogni allocati alla base della piramide, più si va avanti nella vita più i nostri bisogni di socializzazione, riconoscimento, senso di appartenenza diventano bisogni basici.
Il crescere annulla la facilità alla felicità. In questo esatto momento della mia vita saziare la fame, dormire quando ho sonno, avere tutte le cose che voglio non mi avvicinano alla felicità…purtroppo.
Sarei felice se sapesse che strada prendere nella mia vita, se andarmene o rimanere, se questa situazione cambiasse e potesse avere un futuro…alcune cose hanno una soluzione, anche se si fa aspettare e, in quel caso, il mio problema è la mancanza di pazienza, altre non cambieranno mai e l’unica via di uscita è l’accettazione…
Perchè la felicità diventa sempre più un articolo di lusso?



… we’ ve only got each other to blame….”